venerdì 29 marzo 2013

I santi della mia vita (fino ad ora)


San Giovanni Battista - Leonardo
L’altro giorno, durante una chiacchierata pomeridiana con la mia fidanzata (mi piacciono questi sostantivi ritenuti non usuali), ci sono venuti in mente alcuni santi, alcuni fratelli maggiori che già ci hanno preceduto in Paradiso e che ci stanno accompagnando nel nostro cammino di fidanzamento. Parlando mi sono reso conto che non ho solo un santo che mi accompagna ma, tra vari eventi, nella mia vita se ne sono aggiunti tanti. Credo di essere uno dei pochi che ha almeno un terzo di Paradiso al quale essere devoto in modo particolare. Ho cercato di pensare ai miei primi 31 anni di vita alla luce di questi personaggi che intercedono per me il buon Dio.
Il santo che accompagna la mia vita fin dalla nascita è senza dubbio San Giovanni Battista. Sono sempre stato orgoglioso di portare il suo nome. La sua parentela con Gesù, inoltre, mi fa sentire un privilegiato. Questo orgoglio è inferiore solo all’invidia verso chi porta di nome di Maria: il Battista sarà anche il cugino ma Maria è la mamma (e che mamma!).
San Nicola di Bari
Un altro santo che mi accompagna fino dai primi passi, quando ancora gattonavo alla ricerca di prese perdute o di sedie da scalare, è San Nicola di Bari: il santo patrono della mia parrocchia di origine ("evviva Santo Nicola e chi ce lo portò!" cantavano le vecchiette). All’altare di questa ho ricevuto il battesimo, la Prima Comunione e la Cresima (giuro che vorrei anche sposarmi in questa parrocchia ma la tradizione vuole che ci si sposi nel paese della fidanzata). Le pareti della parrocchia se potessero parlare ne avrebbero di peccati (parlo dei miei naturalmente) da raccontare. È San Nicola che mi ha visto crescere quando, da piccolo cristiano, mia mamma (che sono sicuro sta in buona compagnia in Paradiso arricchendo la mia lista dei santi) mi portava a messa la domenica oppure alle funzioni del Mese di Maggio (mettendo in me il seme della devozione mariana). Quando lei non poteva mi faceva venire a prendere dalle catechiste. E che catechiste che avevo! Ricordo che passavano a prendere un po' tutti i bimbi. Eravamo una carovana. San Nicola ha visto anche la mia crisi, quella di quando ero diventato un cristiano per abitudine, quando andavo in chiesa perché lo facevo sempre e non vedevo perché non farlo più. Sono sicuro che il santo patrono mi accompagna e continua a farlo ora che vivo in un’altra città.
Mons. Delle Nocche
Una persona che non è un santo da calendario ma che sono sicuro è in Paradiso è Mons. Raffaello delle Nocche, fondatore della Congregazione delle Discepole di Gesù Eucaristico con le quali ho imparato l’importanza di questo sacramento fulcro della vita di ogni cristiano. Loro mi hanno insegnato che con quel pezzetto di pane consacrato posso stare in comunione con tutti quelli che partecipano, o hanno partecipato, a quello stesso sacrificio. In poche parole, da loro ho imparato che non sono mai solo se vivo la comunione in Cristo.
La fase successiva alla mia adolescenza è stata caratterizzata da San Francesco d’Assisi. Con lui ho iniziato a capire la bellezza di stare nella Chiesa. Si, proprio quella Cattolica, Apostolica e Romana. Quel piccolo santo (di statura naturalmente) non ha mai cercato uno strappo o un cambiamento della Chiesa come tanti dicono. Lo dimostra il fatto che andò da Innocenzo III (il papa dell’epoca) per “essere autorizzato” nella sua opera. A questo santo associo i miei primi anni di università quando mi fermavo spesso nella Chiesa di Santa Chiara (quella della strofa di una canzone napoletana molto famosa “Munastero ‘e Santa Chiara tengo ‘o core scuro scuro”) per partecipare alla messa.
Sant'Eugenio De Mazenod
Il santo, invece, che ha accompagnato la mia maturazione di cristiano è Sant’Eugenio de Mazenod, fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. È dall’ottobre del 2002 (il 2 per essere precisi) che il santo provenzale accompagna il mio cammino di fede. Il suo amore per Dio, per l’uomo e per la Chiesa è esemplare per me che cerco di condividere, da laico naturalmente, il suo carisma che è della Chiesa. Con Sant’Eugenio ho fatto la mia esperienza di vita comunitaria a Marino (Roma) con i Missionari e sempre con lui ho fatto un viaggio missionario in Uruguay alla fine del quale (e grazie ad un piccolo aiuto di Sant’Antonio di Padova al quale è dedicato un piccolo santuario in Uruguay dove vanno in pellegrinaggio per lo più coppie di innamorati) mi sono fidanzato con la persona che da un po’ di anni mi sopporta. È grazie a Sant’Eugenio che ho capito l’importanza della mia vocazione cristiana e con chi voglio condividerla, con chi voglio costruire la mia famiglia e di volerlo fare in comunione con la Chiesa. 
In questo gioco, però c’è la collaborazione di una santa (per me lo è): Chiara Corbella. Dopo la sua morte mi sono dato una mossa in questo senso. Lei mi ha dato il LA per compiere i primi passi concreti per fare la Volontà di Dio. Grazie a lei mi sono sentito interpellato e chiamato a muovermi.
Sempre sul versante del rapporto con la mia fidanzata ultimamente, lentamente e con discrezione, si sta intrufolando nella mia vita San Filippo Neri. È nella chiesa di Santa Maria in Vallicella (Chiesa Nuova per i Romani, dove c'è la tomba del santo) che ho chiesto alla mia fidanzata di sposarmi ed è proprio questa chiesa che sta vedendo alcuni passi importanti che sto facendo nella mia vita, passi fatti nella gioia di sentirsi Chiesa (si, ci tengo a sottolineare che mi piace essere cattolico).
Questi sono i santi che mi proteggono, che mi hanno visto crescere. Credo di avere una catena di preghiera molto forte e bella e per questo mi sento proprio un uomo fortunato.

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