lunedì 1 aprile 2013

Santa Monica. Esempio per le donne


Santa Monica - Gozzoli
Vorrei parlare di un libro che ho letto da poco. Un libro che, nonostante non sia una narrativa, riesce a coinvolgere il lettore. Questo libro racconta la storia di una donna che ha saputo vivere in pieno il suo essere cristiana. Una donna che con la preghiera e le lacrime riuscì ad ottenere quello che desiderava (e anche di più): la conversione del figlio.
Questa donna è Santa Monnica (Monica) e il libro si intitola Monnica mia madre. Biografia critica della madre di Agostino. L’autrice del testo, quando ci siamo conosciuti per caso su un treno che da Napoli andava a Roma, mi ha detto che il suo libro (che nasce come tesi) è sorto come sfogo verso coloro che hanno criticato negativamente e sottovalutano la figura di questa santa. Suor Giulietta Saginario, religiosa delle Figlie di S. Maria della Provvidenza – Opera Don Guanella, ha eseguito una ricerca accurata e approfondita sul rapporto tra questa grande madre e questo grande figlio e lo fa aiutandosi, soprattutto con le Confessioni.
Il libro inizia con la descrizione del contesto storico, sociale e geografico nel quale questi due immensi personaggi sono vissuti. La seconda parte del libro, invece, analizza nel dettaglio il rapporto tra Monnica e Agostino dividendo in quattro periodi le vicende che hanno caratterizzato la vita dei due santi e lo fa prendendo come esempio una pianta che cresce. Il primo periodo, infatti, è stato definito “della semina” o del primo germoglio. È il periodo in cui Monnica alleva il figlio piantando in lui i semi di un cristianesimo che in lei è incarnato in modo eccezionale.
Il secondo periodo è definito “delle dissonanze” nel quale la vita di Agostino che si allontana dagli insegnamenti cristiani della madre. Questo periodo richiama la parabola del “nemico” che lancia il seme della zizzania nel campo arato e coltivato con tanta cura. Il terzo periodo, “delle consonanze”, che corrisponde ai mesi che Agostino e Monnica trascorrono a Milano. È il periodo della fioritura e della “resurrezione”. Dopo anni di patimenti, di preghiere e di lacrime, Monnica vede esaudire le sue preghiere in una reale conversione di Agostino. Il quarto periodo è il tempo della comunione che termina con la morte di Santa Monnica e nel quale Agostino riesce a cogliere i frutti di questa lunga crescita di fede.
Un libro interessante quello di suor Giulietta. Tuttavia, io mi vorrei soffermare su un aspetto della ricerca che è venuto fuori nel terzo capitolo: Monnica sposa e costruttrice di unità. La mamma di Agostino fu data in sposa a Patrizio un giovane appartenente alla classe dei piccoli proprietari e di religione pagana. Come scrive l’autrice, non era una cosa inusuale che un uomo pagano prendesse in moglie una cristiana. Le donne seguaci della dottrina di Gesù, infatti, erano tenute in grande considerazione dal mondo pagano perché ritenute donne morigerate e fedeli. Tuttavia, l’impegno matrimoniale di Monnica con Patrizio non era un’impresa facile. Infatti, ad una indifferenza di fondo verso le cose religiose, è presente una tendenza al disprezzo della castità coniugale. Monnica riesce a capire le debolezze del marito e vuole sottrarlo a questa forma di dipendenza. Lo fa senza brutali scontri, facendo sempre attenzione all’armonia coniugale rafforzandola con vincoli più alti che solo una donna sottomessa in senso evangelico riesce ad individuare.  Una sottomissione che non ha nulla a che vedere con il concetto di dominio al quale questa parola è associata. Stiamo parlando di un sottostare, di un reggere la famiglia smussando gli angoli quando la situazione diventa complicata come nel caso di Patrizio e Monnica. Una sottomissione, questa, che la pone su un livello superiore senza offendere Patrizio. In Monnica era presente quel seme di pace e di unità che coltivava all’interno della sua famiglia riuscendo a raggiungere, in questo modo, una vittoria dell’amore che ha portato non solo la conversione di Patrizio ma anche la castità coniugale arrivando ad essere un cuore solo.


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