venerdì 18 marzo 2016

Quando eravate femmine

Lo ammetto: ho sempre un po' di timore quando ho inizio a leggere un nuovo libro di Costanza Miriano. Anche con Quando eravamo femmine, la sana strizza non è mancata. Ogni volta che termino la lettura di un suo libro, faccio un passo in avanti verso l'universo femminile (per la gioia di mia moglie) e prendo sempre più consapevolezza del fatto che maschi e femmine siamo diversi. Con i primi due libri, Sposati e sii sottomessa e Sposala e muori per lei, ho preso consapevolezza del fatto che Dio mi chiedeva un passo importante: quello del matrimonio perché come uomo ho capito l'importanza e la bellezza del sacrificio e del martirio (non esagero usando questo termine, chiedetelo a quelli che hanno fatto il corso prematrimoniale con me) che nascono dal matrimonio. Con La compagnia dell'Agnello ho confermato la mia idea di comunità che cammina insieme verso la meta del Cielo.
Anche questo libro mi ha aiutato a scoprire la bellezza del mondo femminile e non solo perché ho scoperto che YSL è una marca di cosmetici e non una squadra di calcio del campionato olandese, ma perché Costanza, nelle pagine del suo libro, ti prende per mano con la sua scrittura che non annoia, piena di aneddoti personali e amicali, e ti accompagna in un universo, quello delle donne, che a noi maschi resta sempre un mistero invalicabile.
Ogni capitolo del libro, scritto sotto forma di lettere alle figlie della stessa scrittrice, Costanza affronta i temi che più caratterizza l'essere femmina. Il titolo declina questo "essere" all'imperfetto e non perché si sente la mancanza di una società patriarcale che ha fatto tanti danni (mi rivolgo ai tanti critici: non vi fermate al titolo come avete fatto con i precedenti libri) ma perché, purtroppo, l'essere femmina è stato svuotato del senso innato di ogni donna: quello della donazione che si manifesta a lavoro, in famiglia, nei rapporti di coppia e in quelli con i figli; perché la donna è stata svuotata della sua vocazione all'essere feconda anche quando non si hanno figli sia perché la natura non vuole sia perché Qualcuno ha pensato ad una vocazione diversa dal matrimonio.
Un libro, questo, leggero ma intenso nel contenuto, nel quale non mancano riferimenti teologici mischiati con lustrini e paillettes; nel quale non mancano critiche ad un femminismo che, tradendo le buone ragioni per cui è nato, ha portato ad una deriva individualista che ha svuotato l'essere femmina. In questo libro, Costanza, ci restituisce l'immagine di una donna che è importante per la società perché è dal mondo femminile che dipende il benessere spirituale del mondo.

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