sabato 23 aprile 2016

Disabilità integrata?

Vi vedo felici, che insieme partite per luoghi lontani, per le vostre gite alle quali mi tenete fuori. Purtroppo sembra che io vi sia di peso, avete paura di quello che possa farvi, per questo motivo non volete dormire in stanza con me. Tuttavia, vi capisco. Ciò che è diverso dalla vostra normalità vi fa paura. Se c'è qualcosa, o meglio qualcuno, che esce fuori dai vostri schemi vi chiudete nel vostro mondo discriminante, che in realtà create per difendervi da chi è diverso da voi, anche se chi allontanate vorrebbe difendersi da voi. Alla fine, però, vi tendo le braccia: voglio stare con voi, mi piace stare con voi anche se non lo capite.
Vi vedo felici che andate ad una gita e a me sembra che gli insegnanti non mi ci vogliano. Sembra che abbiamo paura di prendersi una responsabilità troppo grande. Ma questo non dovrebbe far parte della loro missione? Il loro insegnare non è per tutti? Non sono degno di questo anche io che ho difficoltà che voi tutti non comprendete?
Vi vedo in classe che giocate tra voi lasciandomi sempre in disparte. State con me solo se un adulto vi invita ad avvicinarvi. All'inizio tentennate ma tanto lo so che vi serve tempo, è sempre così. Vi ci vuole tempo, dovete abituarvi a me, alla mia presenza che spesso sembra ingombrante, fastidiosa.
Vi vedo, vi osservo e capisco (perché io capisco, sarò disabile ma non scemo) che la vostra vita è viziata da chi vi insegna finto amore, finta generosità che futilmente riempie la vostra vita. Vi chiedo solo uno sforzo: accettatemi per quello che sono perché io ho bisogno di voi ma, soprattutto, voi avete bisogno di me.

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