mercoledì 13 aprile 2016

Incroci, regole e responsabilità

Mario Paolini, lavora da anni nel campo della disabilità. Musicoterapeuta, pedagogista, docente e formatore, nel suo libro Disabilità e qualità dell'incontro (FrancoAngeli, 2015), alla fine del primo capitolo, descrive la situazione per la quale chi non rispetta la Legge e le Regole deve attrezzarsi per poterle seguire. Per avvalorare questa sua teoria fa prende ad esempio la regola della cortesia in un incrocio: «[...] chi passa per primo ad un incrocio a più strade, tutte di uguale importanza, quando tutti i veicoli hanno la destra impegnata? Il Codice della strada non ha un articolo specifico [...] Esiste però un Regola di cortesia, che dice che un veicolo si sposta al centro dell'incrocio e si ferma in attesa che transitino gli altri, e poi riparte.» Il primo che occupa l'incrocio è l'ultimo a liberarlo, una regola che diventa alternativa a quella del più forte e del più furbo.
Una lezione, questa descritta, che potrebbe essere da monito per tanti furbetti che vivono i nostri tempi, le nostre città, i nostri quartieri e i nostri condomini: semplici cittadini, impiegati delle istituzioni, politici (locali e nazionali). Una lezione che insegna una cosa importante: bisogna sacrificarsi, anche se non si ha voglia, per il bene comune; bisogna metterci impegno per raggiungere uno scopo comune. Peccato che noi, civici pigri, la soluzione alla precedenza nell'incrocio non lo risolviamo. Preferiamo aspettare che qualcuno ci costruisca una rotonda, delegando alle istituzioni quello che ci spetta di diritto: la responsabilità del bene comune.

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