giovedì 13 ottobre 2016

Fenomenologia di Batman

Ammettiamo, per ipotesi, che nel mondo reale esista un personaggio come Batman (del quale sono un fan), che le strade della nostra città siano controllate dal cavaliere oscuro della DC Comics e che con la sua abilità, forza e strumenti (e denaro naturalmente) combatte il crimine. 
Ammettiamo, sempre per ipotesi, che su questo personaggio ci sia un dibattito pubblico sulla giustezza o meno delle sue azioni. Voi da quale parte vi schierereste? Fermarlo o no? Un personaggio del genere, anche se affascinante, può ricorrere alla giustizia personale, anche se è senza morti (ricordiamo che Batman non ammazza i suoi nemici ma permette alla polizia di arrestarli), anche con l'utilizzo di armi bianche (che sempre armi sono)? Secondo me, da fan, la risposta è negativa e lo è per due motivi principali: uno di natura sociologico e un altro di natura filosofico.
Dal punto di vista sociologico Max Weber ci suggerisce che lo stato è quella comunità umana, che nell'ambito di un determinato territorio, riesce a conquistare e a detenere il monopolio della violenza legittima. Quindi spetta allo stato (e a chi ne detiene l'ordine) l'uso della violenza legittima, e non ad un giustiziere mascherato. Naturalmente esistono delle eccezioni come nel caso di una dittatura in cui l'uso della violenza da parte dei cittadini è giustificato al fine di destabilizzarne il potere. Tuttavia, in linea di massima, questa della violenza legittima da parte dello stato, è una regola fondamentale dei moderni apparati statali.
Dal punto di vista filosofico è legittimo porsi il machiavellico quesito se il "fine giustifica i mezzi". Anche in questo caso la risposta non può che essere negativa. Riprendendo una classificazione delle etiche di J. Tamayo (apparso in Adista Documenti, n. 2/2016) sicuramente potremmo far rientrare le azioni di Batman nella categoria dell'etica della liberazione e della solidarietà, un'etica contro ogni tipo di oppressione. Il problema è che, in questo caso, Batman ha un'etica del tutto personale che rischia di farlo cadere in un arbitrio indisciplinato, che non permette di coniugare l'ethos comune con la sua libera creatività facendo mancare i presupposti per la dialettica tra i valori comuni e universali 
Un personaggio come Batman è un personaggio di fantasia ed è questo che affascina noi fan. Tuttavia, è giusto che resti tale perché, come scrivono G. Cicchese e G. Chimirri, "il bene è l'universale che ci accomuna, ma esso non esiste al di fuori delle norme, dei costumi, del diritto, del vissuto di ognuno. Ora, queste incarnazioni particolari del bene [...] non possono mai essere violente o tiranniche, perché andrebbero contro la libertà della persona, il cui unico limite è la libertà stessa e il riconoscimento della dignità e del valore del prossimo." (Persona al centro, Mimesis, 2016, pag. 383) 

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