Mi perdoneranno Gennaro Cicchese e Giovanni Chimirri, autori del testo Persona al centro, se provo a scrivere qualche cosa sul libro che hanno pubblicato. Il volume è un manuale di antropologia filosofica e al suo interno sono descritti, con una chiarezza straordinaria, i lineamenti di etica fondamentale.
Tuttavia, voglio partire da tre quesiti che sono sorti durante la lettura del testo e nel quale ho trovato risposta. Inizio dal titolo. Perché la persona è al centro? Perché, in un mondo costellato da tante visioni e strutture del sapere, la persona, intesa come essere razionale, relazionale e come soggetto spirituale incarnato, resta il punto di riferimento per ogni indagine filosofica ponendo le basi metodologiche di una filosofia dell'uomo in rapporto a quella morale. Come scrivono gli autori "si è rilevata la centralità e il valore antropologico della filosofia, cioè il fatto che è una disciplina dell'uomo e per l'uomo" (Persona al centro, pag. 26).
Il secondo quesito è di tipo "disciplinare": perché muoversi sul terreno dell'antropologia filosofica? Perché essa è un pensiero sull'uomo dal valore universale, uno strumento che può essere d'aiuto nel dialogo con l'umanità intera. L'antropologia filosofica, infatti, diventa strumento per la costruzione di un nuovo umanesimo dopo quello illuminista, scientista e laicista (Ibidem, pag. 718). Tuttavia, questo percorso di costruzione non è prerogativa dell'antropologia filosofica: quest'ultima cammina insieme all'etica fondamentale e al pensiero cristiano. Queste tre forme di pensiero, infatti, accompagnano gli autori del testo nella stesura del manuale.