mercoledì 27 dicembre 2017

Gloriosi misteri

Gloria di chi ha sofferto,
di chi sa che resurrezione arriva.
Speranza di vita eterna
che vince ogni paura.
Gloria elevata al Cielo,
di chi va in Alto senza temere,
di chi benedice con Amore
chi con Amore lo segue.
Gloria dello Spirito
rombo tuonante
porta calore a chi lo ha atteso
spingendo fuori dalle porte.
Gloria di chi muore in Cristo,

martedì 26 dicembre 2017

Fammi essere Presepe

Fammi essere mangiatoia:
per accoglierTi comodo
con la mia povertà.
Fammi essere bue e asinello:
che ogni mio respiro
sia inno di lode a te.
Fammi essere pastore:
la mia povertà ti riconosca gioiosa,
portando in dono quello che sono.
Fammi essere angioletto:
per annunziare al mondo
la gioia dell'Incarnazione.
Fammi essere Giuseppe:

venerdì 22 dicembre 2017

Luminosi misteri

Luce di chi si mostra,
di chi inizia il suo viaggio
mostrandosi al mondo
come figlio diletto.
Il Padre non deluso
Lo elegge e lo eregge.
Luce della festa
che ricorda la nostra vocazione.
Gioia nei cuori,
non tristezza manifesta
che allontana il cuore dalla Fonte.
Luce nei volti
di chi porta al Mondo 
una Parola di vita,
di chi invita a reale conversione:
cuore, mente e corpo.
Luce divina che si mostra a pochi
per arrivare ai tanti.
Bianche vesti ci regala

giovedì 21 dicembre 2017

Dolorosi misteri

Dolore di chi prega sudando sangue 
per essere ascoltato:
parole salgono come chiaro fumo
e speranza che arrivino è forte,
la paura di Divin silenzio lo è di più.
Dolore di uomo torturato
da brutali azioni,
accompagnate da brutali parole.
Anche queste fanno male:
le une lacerano il corpo;
le altre lacerano il cuore.
Dolore pungente su fronte gelata,
circondata da mille spine
che portano seco mille offese.
Poste in testa da chi umilia
da chi rende un disonore non meritato.
Dolore di gambe che tremano

mercoledì 20 dicembre 2017

Gioiosi Misteri

Gioia per chi nasce
per chi pensato è stato prima
da chi ama la Sua creatura.
In innocente fanciulla
Amor ti incarnò.
Gioia di Benedetta donna 
che con amore ti portò
da chi fruttuoso ebbe il ventre,
da chi vinse, per Alto Amore,
la sua sterilità.
Gioia di uomo e di donna
che attesero a lungo e on speranza
un mistero che difficile era da capire.
Gioia di chi ti dona per amor nostro,
di chi non tiene per se la Parola,
di chi la presenta a tutti con orgoglio.
Gioia di chi amore prova,
di chi insegna la normalità del timore,
che da preoccupazione nasce un fiore
tinto di leggerezza e serietà.

venerdì 15 dicembre 2017

Il martirio oggi

Da un po' di settimane ho due domande che mi frullano nella mente: chi sono i martiri? Perché, oggi, ne abbiamo timore? È da un po' che la figura di questi "umili eroi" mi pone degli interrogativi sulla mia vita. Cerco di darmi due risposte a queste domande, risposte che voglio condividere con chi legge.
I martiri sono coloro che hanno dato la vita a Cristo, che sulle Sue orme hanno abbracciato la via della Croce e l'hanno vissuta nel modo più concreto possibile: con la morte. I martiri sono coloro che hanno donato la loro vita per la causa del Vangelo, per essere testimoni veritieri del Vangelo.

domenica 22 ottobre 2017

Nati sotto il cielo

Nati sotto il cielo d'autunno colorato,
occhi speranzosi di chi vi guarda.
Madre e padre abbracciano le vostre vite:
chi vi ama prepara la vostra strada,
voi, senza timore, seguitela.

Nato sotto il cielo, protetto dalle stelle:
cadono sulla tua vita
illuminando i tuoi desideri nascosti.
Continua a guardare il mondo con stupore
e la tua innocenza ti salverà.

martedì 10 ottobre 2017

Vorrei abbracciare il Papa

Ebbene sì, vorrei abbracciare papa Francesco e non voglio farlo perché sembra essere di moda trattare il Papa come uno di famiglia. Vorrei abbracciare il Papa per mostrargli la mia vicinanza, per mostrargli che, di fronte a tutti quelli che lo attaccano (non credenti e credenti), ci sono io che gli voglio bene.
Vorrei abbracciare il Papa perché c'è il rischio che possa sentirsi solo quando una fetta molto ampia di cattolici non capisce quello che dice e non si rende conto che è lo Spirito che parla tramite lui; perché a tutti questi cattolici che gli pongono tranelli dialettici e no, io vorrei dire di lasciarsi trasportare dalla bontà concreta che esce dalla bocca (e dalla penna) di Francesco.
Vorrei abbracciare il Papa per mostrargli che non casco nella trappola di chi strumentalizza le sue parole; di chi vorrebbe una giustificazione dei propri comportamenti cambiando il significato delle parole del Pontefice; di chi fa orecchie di mercante e ascolta solo quello che  più gli aggrada dei discorsi di Francesco.

martedì 3 ottobre 2017

Perché sono un credente?

L'altro giorno ho letto un post di una persona che conosco in cui erano scritti i motivi per i quali non fosse un credente. Li ho letti con curiosità e ho deciso di elencare i motivi per i quali io, invece, sono un credente.
Io sono un credente perché sono certo dell'esistenza di Dio; perché la mia vita, con le sue difficoltà e le sue gioie, mi ha sempre dato prova certa che esiste un Padre che mi ama e mi accompagna.
Io sono un credente perché sono una persona felice, gioiosa che cerca la speranza anche quando questa sembra non esserci. Non sono credente perché voglio trovare una risposta alle mie sofferenze; non lo sono perché voglio affrontare la vita con stoicismo. Lo sono per manifestare a tutti la gioia del Vangelo.

venerdì 21 luglio 2017

Ladra di libri? Consigli per letture estive (e non)

L'estate è il momento dell'anno in cui riesco a leggere di più. Tra i giorni di vacanza, l'insonnia per il caldo, la frescura serale in terrazza, lo sciopero dai fornelli e altre piccole e grandi motivazioni, si moltiplicano le occasioni in cui posso ritagliare del tempo ad un'attività che ho sempre amato e, purtroppo, troppo spesso trascurato.

Quest'anno ho pensato di "rubare" a diversi amici, che hanno interesse per la lettura, suggerimenti letterari di vario genere, motivandoli brevemente. Ne sta venendo fuori una lista interessante, che di certo terrò in considerazione appena concludo i 5-6 libri che sto leggendo al momento.

lunedì 19 giugno 2017

Cantico della modernità

Altissimo, Onnipotente e Buon Signore
Tue son le lodi, la gloria e ogni benedizione
solo a te si addicono e nessun uomo è degno di nominarti.

Lodato sii, mio Signore, per fratello Intelletto
che, Tuo dono di crescita,
indica all'umana creatura la strada da percorrere.

Lodato sii, mio Signore, per sorella Tecnologia
con la quale hai innovato il mondo.

Lodato sii, mio Signore, per fratello Trasporto:
veloce sempre più rende le distanze brevi;
rende gli uomini più vicini.

Lodato sii, mio Signore, per sorella Medicina
che, se con coscienza interpellata,
benefici al corpo e allo spirito porta.

giovedì 15 giugno 2017

Da lagna a lode

Mi è sempre piaciuto pensare (in realtà pensavo fosse così) che san Francesco, il poverello di Assisi, avesse scritto il Cantico delle creature preso da un'estasi naturalistica e spinto da una gioia innata. Ho scoperto che non è così.
Nel 1224, Francesco soggiornò per cinquanta giorni al convento di San Damiano. È in quei giorni che ha composto il famoso inno in lingua volgare. Tuttavia, i motivi che lo spinsero a scrivere non erano dei più gioiosi. Il santo assisano, infatti, non godeva di buona salute, aveva un dolore agli occhi, gli davano fastidio sia il sole di giorno che il fuoco di notte. Il dolore era così forte che, dal bruciore, quasi non riusciva a dormire di notte e, quando ci riusciva, i topi della sua cella gli facevano compagnia rendendo l'addormentamento molto difficoltoso. Fu in queste condizioni che scrisse questo bellissimo inno di lode a Dio.

venerdì 9 giugno 2017

Il cammino della vita

La settimana scorsa, con mia moglie a altri nostri amici, siamo andati a fare una passeggiata in montagna. Abbiamo seguito un percorso (che si è mostrato impervio e difficile) segnato su una mappa trovata in internet e questa passeggiata mi ha insegnato due cose.
La prima lezione è stata: non fidarsi mai di internet. La seconda cosa che mi ha insegnato questa passeggiata "defaticante" è stata una lezione di vita che mi è stata impartita quando il sentiero era diventato impervio, quando per ridiscendere a valle abbiamo dovuto percorrere una criniera di montagna ricca di sassi (ma dalla quale si vedere un panorama mozzafiato), quando la fatica iniziava a farsi sentire, quando le ginocchia tremavano ad ogni passo e quando il sudore la faceva da padrona (camminavamo sotto il sole). Quando accadevano tutte queste cose la tentazione di arrendermi era forte ma non potevo farlo: indietro non si poteva tornare, bisognava per forza proseguire, andare diritti per la strada segnata dalla mappa con coraggio e determinazione.

giovedì 1 giugno 2017

Liberi di crescere

Quando penso di averle viste tutte, accade sempre qualcosa che mi fa ricredere e mi fa pensare che, forse, veramente al peggio non c'è mai limite. Io ho visto cose che voi mortali non potete immaginare. Ho visto ragazzi che al colloquio per il servizio civile sono stati accompagnati dai genitori (o dai nonni); ho visto ragazzi che, ormai non più adolescenti, non sanno prendere un treno, una metro o un autobus; ho visto ragazzi che, quando possibile, declinano ogni responsabilità ad un mondo degli adulti nel quale, a breve, entreranno a farvi parte.

La responsabilità, è questo che noi adulti non insegniamo ai giovani: la bellezza di fare le cose con passione, con dedizione e con responsabilità. La colpa è nostra, basti pensare a tutti quelli che storcono il naso quando faccio notare che quelli della mia età (ne compio 35 ad ottobre) non possono essere definiti giovani ma adulti; a tutti gli adulti che non crescono, che pensano che tutto sia un diritto (avere figli, sposarsi, morire). Abbiamo ammazzato la nostra società (o la stiamo uccidendo lentamente) e poi ci lamentiamo se i nostri giovani non riescono a camminare da soli.

mercoledì 31 maggio 2017

La bellezza del fiore di un giorno

“Vivesti solo un giorno come le rose” cantava Fabrizio De Andrè, nella sua struggente Canzone di Marinella.
Assolutamente mai contraddire De Andrè, ma in fondo le rose possono vivere un po’ di più… il mio amico Danilo, quasiprete-farmacista-esteta, che di fiori se ne intende alla grande, potrebbe farle resistere anche 4-5 giorni (dipende dal caldo, direbbe lui!).

Esistono però davvero dei fiori che vivono un solo giorno e anche meno. Sono i fiori delle Echinopsis, una varietà di cactus che inizia a fiorire durante la notte, raggiunge il massimo della fioritura che dura a volte appena un paio di ore e poi inizia a morire. Sono fiori bellissimi dalle più disparate sfumature e dagli intensi colori che vanno dal pastello a quelli più accesi (qui un video in time-lapse della fioritura).
La loro è una bellezza di poche ore, una bellezza fugace. Ma valgono forse meno degli altri fiori? Sono forse inutili, sprecati, non hanno diritto a tutte le cure per un solo giorno di vita?

martedì 30 maggio 2017

Riflessioni al semaforo

Questa è una riflessione che nasce al semaforo, nel senso che ci pensavo fermo alla luce rossa di quella lanterna che gestisce il traffico agli incroci (quanta poesia in una descrizione di un oggetto che è posto per strada, lo so, sono bravo). Questa riflessione, probabilmente, nasce in macchina perché è in essa che riesco a cacciare il peggio di me. Non ho mai contato le parolacce che sono in grado di dire mentre guido. Spesso per non dirle recito il Rosario perché, mi dico, "meglio un Ave Maria che un vaffanculo". Tuttavia, questo non sempre mi riesce. Il motivo di questo è molto semplice ed ho notato che è comune a tanti.

venerdì 26 maggio 2017

Voglio vivere in un paese gentile (che perdona)

Riprendo questa frase, pronunciata da Flavio Insinna alcune settimane fa durante il programma #cartabianca di Rai 3 (il video qui), perché non c’è nulla di più adeguato a quello che vorrei scrivere.

Non voglio entrare nel merito di una faccenda a mio parere avvilente - quella tra Insinna e Striscia la notizia - che non è degna di essere neppure commentata.
Tuttavia in questi giorni, leggendo qua e là sui social, mi ha invaso una profonda tristezza. Non solo per la vicenda in sé, ma soprattutto per le reazioni della gente.
Ho letto così tanti messaggi carichi di odio profondo da rimanere sconvolta. È il web a tirare fuori il peggio di noi? Basta stare dietro ad uno schermo per diventare così bestiali? O il mondo, noi italiani, siamo diventati davvero così?

venerdì 5 maggio 2017

Un modo di essere (seconda parte)

La breve descrizione pubblicata ieri mette in evidenza che l’approccio centrato sulla persona ha le sue basi in una fiducia negli esseri umani. In ogni organismo, infatti, c’è un flusso che spinge la persona ad una realizzazione costruttiva delle sue specifiche possibilità. Il termine che viene usato per indicare questo processo è “tendenza attualizzante”. Questa ci aiuta a riconoscere che la vita è un processo attivo il quale non può essere distrutto (ne varrebbe della distruzione dell’organismo) ma può essere contrastato o corretto. Quindi, la chiave per capire il comportamento delle persone le cui esistenze sono state molto complicate consiste nel considerare che esse stanno lottando con le uniche modalità che sentono di avere a disposizione, per muoversi verso la crescita. Possiamo concludere affermando che la tendenza attualizzante è la base che fa da sostegno all’approccio centrato sulla persona.

giovedì 4 maggio 2017

Un modo di essere (prima parte)

All’interno di “Un modo di essere” (Giunti, 2012), Carl R. Rogers usa la metafora del giardinaggio per far capire cosa è la consulenza: “Le mattine che non posso trovare il tempo per dare un’occhiata ai miei fiori […] mi sento defraudato. Il mio giardino mi propone la stessa curiosa domanda a cui ho sempre tentato di dare una risposta in tutta la mia vita professionale: Quali sono le condizioni migliori per la crescita?” (pag. 80).
Questa è una domanda che anche io mi sono sempre posto per quanto riguarda il mio lavoro di operatore nel sociale. Cercherò di non essere pesante nella risposta che mi sono dato leggendo il testo di Rogers dal quale è tratta la metafora del giardino. Partirò dalle tre caratteristiche della terapia centrata sul cliente che lo psicologo statunitense descrive nel suo testo: autenticità, accettazione e empatia.

venerdì 14 aprile 2017

Le ultime sette parole di Gesù


«Dio mio, Dio mio
perché mi hai abbandonato?»
Strazio di abbandono,
solitudine nel momento difficile
quando la Vita chiede tutto.
Scegli di restare per Alta volontà,
continui ad abbracciarci
con mani sanguinanti.
«Padre, perdona loro
perché non sanno quello che fanno.»
Copri con l'amore
le parole d'odio che ti sono regalate:
gratuitamente le ricevi,

giovedì 13 aprile 2017

Corpo di salvezza

"Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione." (1Cor 1, 27b-30)
Questo brano della lettera di Paolo è proprio vero ed è in questo giorno del Giovedì Santo che questa umiltà di salvezza si fa viva nel nostro cuore. Quel Dio che, dopo essersi fatto uomo, si fa pane, umile cibo, quello che non manca mai sulle nostre tavole, quello che difficilmente si può negare, si dona a noi come cibo, sostanza della nostra salvezza e della nostra redenzione. Pane di vita, si dona a noi quasi a ricordarci il dono più grande che ci abbia fatto: la Sua vita. Con il suo corpo, infatti, ci dona robusta àncora a cui aggrapparci e con il suo sangue, invece, liquido purificatore al quale possiamo abbeverarci quando la vita ci porta sete di salvezza.
Che la giornata di oggi possa essere un promemoria per noi, quando ci sentiamo assetati di giustizia, quando la speranza sembra lontana, quando la via per la nostra santificazione ci sembra irraggiungibile.

mercoledì 29 marzo 2017

Forte indifeso

Dopo tempo l'ho abbandonata:
corazza che mi opprimeva;
che impediva agili movimenti.
Di ferro era fatta
aria non passava.
Il viso sudava liquido acido
che bruciava gli occhi.
Non riuscivo a toccare,
ad accarezzare persone amate.
Dura mano non faceva sentire,
a chi avevo di fronte,
cosa realmente fossi,
qual era il mio modo di combattere.
Difese non ho più:
a carni nude riconosco i miei limiti.

mercoledì 22 marzo 2017

Pensieri famigliari

Spesso mi sono trovato a scrivere e a parlare di famiglia, ne ho difeso l'istituzione e l'ho fatto perché la reputo un aspetto importante. La famiglia, infatti, gioca un ruolo fondamentale nell'andamento del vivere sociale. Tuttavia, nel difendere la famiglia mi sono soffermato, spesso, sull'aspetto religioso. Ora mi chiedo: perché questa istituzione, che esiste da quando è sorto l'homo sapiens, è così importante per la società? Perché continuare a difenderla nonostante gli evidenti mutamenti (in genere negativi) che ne stanno trasformando l'essenza?
Ma cosa è una famiglia? "La famiglia è quella specifica e unica organizzazione che lega e tiene insieme le differenze originarie e fondamentali dell'umano, quella tra i generi (maschile e femminile), tra le generazioni (genitori e figli) e tra le stirpi (ovvero l'albero genealogico materno e paterno) e che ha come obiettivo e progetto intrinseco la generatività" (Scabrini e Iafrate, Psicologia dei legami familiari, Il Mulino, 2003).

martedì 21 marzo 2017

Carezze fortificanti

Sol Halabi - Sueño de Gustav
Più volte, su questo blog, ho scritto dell'importanza della gratuità. Purtroppo, questo concetto, viene sempre travisato. Fare le cose con gratuità non significa non riconoscere nel l'altro i meriti che ha. Infatti, tutti noi (almeno io) abbiamo bisogno di riconoscenza e ne abbiamo bisogno perché questa è una forma di carezza. 
Abbiamo tanto bisogno di carezze, la nostra è un'esigenza fisiologica. Quando queste mancano, infatti, il processo di crescita personale ne risulta limitato, come se crescessimo monchi. Più volte gli studi hanno mostrato, per esempio, dell'importanza delle carezze per una crescita sana dei bambini. Tuttavia, queste non si fermano all'infanzia: abbiamo bisogno di carezze in famiglia, nei rapporti amicali e anche a lavoro.

lunedì 20 marzo 2017

Cardini di Carità

Amore integralmente donato
a ciò che si ama
con difficoltà che trasporta
l'essere uno con la Verità.
Amore che rende semplice tollerare 
ciò che si ama
restando saldi nello Spirito
che rende forte l'anima.
Amore che serve in esclusiva
ciò che si ama,
re che governa in retta maniera
vita che, spesso, sbanda.

sabato 4 marzo 2017

Il giusto cibo

Chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio”. (Rm 14,6)

Il digiuno e l’astinenza: questi sconosciuti. Già, perché ogni anno l’arrivo della Quaresima porta con sé dubbi esistenziali: ha ancora senso astenersi dalla carne in un’epoca in cui è il pesce l’alimento più pregiato? Il digiuno è da intendersi in senso letterale, o è solo un modo per ricordare di fare spazio alla carità? Mille domande che trovano risposte e motivazioni in un prezioso testo della CEI, “Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza”, che resta un punto fermo per chi vuole approfondire il tema.
Forse in questo contesto è bene riscoprire nella nostra vita quotidiana la virtù cardinale della temperanza, come ricorda mons. Gianfranco Ravasi nel suo libricino “Siamo quel che mangiamo?” (Emi, 2015): «Il corretto uso del cibo è la connotazione più popolare della temperanza. È, certo, sobrietà, controllo delle pulsioni, dominio dei sensi e dignità personale, ma deve diventare soprattutto espressione positiva della carità. Il cibo è fondamentale per la sopravvivenza, e la moderazione è una virtù che non cancella, anzi, sostiene la gioia di un pranzo festoso, com’è quello della famiglia radunata attorno alla mensa, cantata dal Salmo 128».

(Tratto da Missioni OMI 3/2017)

lunedì 27 febbraio 2017

Dono

Dedicato all'essenza altrui
di chi accanto ci accompagna.
Onorare con il tempo,
presentarsi a mani tese
nelle quali dono è presente.
Perdere la vita, anche in piccole cose
operando il bene per se e per altri.
Denti stretti potremmo avere,
dolenti ma resistenti.
Non è per cupo e buio masochismo:
arrestiamo istinti di odio;
desideriamo amore da condividere.
Manca, spesso, reciprocità

martedì 21 febbraio 2017

Mutismo sessuale

Noi cattolici (per fortuna non tutti) siamo dei bacchettoni. Me ne rendo conto quando si toccano (o non si toccano proprio, evitandoli del tutto) argomenti di tematica sessuale. Su questa sfera, purtroppo, vige un alone di segretezza, come se fosse una cosa da sussurrare,  quasi fosse vergognoso anche il semplice parlarne. Questa cosa mi da un fastidio tremendo.
Chi agisce in questo modo, probabilmente, non sa (o non se ne rende conto) che l'intimità porta una bellezza infinita nelle nostre vite. Questa, infatti, se vissuta bene, con una purezza di cuore che spinge due persone a voler essere una carne sola può portare alla nascita di sentimenti d'amore che rinnovano la nostra vita. Possiamo immaginare noi come alberi che veniamo annaffiati dalla sessualità e i nostri sentimenti come i frutti che, nati in noi, sono pronti per essere donati a chi abbiamo accanto.

giovedì 16 febbraio 2017

Educarmi all'amore

Il mio mestiere, quello di educatore, è uno dei più belli al mondo. Lo è perché mi fa lavorare a contatto con le persone. Quello di educatore è un lavoro affascinante ma da tanti denigrato e sottovalutato perché non si rendono conto della grande responsabilità di cui ne è pregno. All'educatore, infatti, vengono affidate persone, ragazzi nel mio caso. Con essi sono chiamato a tessere un rapporto di fiducia. Non esiste lavoro educativo senza che tra educatore ed educando non si tessa fiducia. Tuttavia, questo lavoro "tessile" inizia spesso con difficoltà e incomprensioni che possono essere causate dalle differenze: età, origini sociali e culturali. Il mio mestiere è difficile perché è un lavoro di accompagnamento: bisogna stare accanto a chi decide di fidarsi di me (operazione che esclude la costrizione).

domenica 5 febbraio 2017

Coraggio e volontà

Nido di pace e calda certezza
teneramente può essere strappato
ovviando, comodamente
alla sicurezza della Vita.
Verità essa desidera per noi
ma non ci esenta dalla sofferenza.
Insisto a percorrere il sentiero
perché fiducioso nella Guida.
Tengo ancorato il mio spirito
alla certezza delle Tua volontà
alla certezza che i passi sconosciuti
mi portano alla salvezza.

venerdì 3 febbraio 2017

Il nemico

Combatti con armi meschine
onestà non sai cosa sia.
Anche in campo aperto
nascondi il viso dietro eterea finzione.
Respiri pesanti
con alito di male.
Leghi innocente vita
al male di cui sei portatore,
oltraggiando la strada di valenti cavalieri
che con armi lucenti
portano speranza in piccole vite.
Bagliore sprigionano,
ricche vittorie hanno portato
perché la speranza della vittoria
insegue le tue maligne azioni.
Con umiltà combattiamo
onorando il Re a viso aperto.
Tu ti fai scudo di persone.
Latrati, però, sentirai

martedì 31 gennaio 2017

Ascolto, sale dell'amore

Sarà l'anno nuovo che da un mese è iniziato, saranno i cambiamenti lavorativi che stanno accompagnando questo inizio d'anno ma sento che sono chiamato ad una conversione. Una volta ho sentito un vescovo che diceva che la sua era una conversione perenne e che questa sarebbe finita solo con la sua morte. Parole sagge come questa ne ascolto poche. Tuttavia, tralascio quest'aneddoto e torno alla mia conversione.
Sento fortemente che come uomo, marito, fratello, figlio e lavoratore sono chiamato ad un cambiamento su alcuni aspetti, che reputo fondamentali, della vita. Uno di questi è l'ascolto: centro e fulcro di ogni atto comunicativo. Come possiamo comunicare senza ascolto? Come possiamo andare incontro al nostro prossimo senza un ascolto autentico? Come posso capire le lamentele di mia moglie se io, Giovanni, quando parla non abbasso lo smartphone?

lunedì 30 gennaio 2017

Preghiera d'amore

Allungo l'anima e il mio cuore
mettendo me al secondo posto,
mettendo la mia vita nelle Tue mani
che un tesoro nascosto
offrono al mio spirito;
offerto da Te che sulla Croce
rendi la vita per mie colpe.
Eretto a re umiliato:
scandalo per i ciechi;
peste per i benpensanti;
resa per i forti nel corpo.
Essere sostegno in sofferenza,
la Tua Passione mi da forza.
Raccolgo le mie briciole di vita
che tovaglia non ha mantenuto;
volata è stata fatta dal vento
che scuote la mia anima
anche ora che, in adorazione,
mi fermo con tutto il mio essere
davanti alla Tua Croce
che mi aspetta come Cireneo
e mi suggerisce solo parole,
una preghiera d'amore

mercoledì 25 gennaio 2017

In difesa di Trump (Barron)

Facciamo finta, per un attimo, che il ragazzino che si vede a questo link non sia il figlio del presidente Donald Trump ma vostro (e nostro) figlio. Facciamo finta, sempre per un attimo, che questo ragazzino non abbia dei problemi di autismo (come riportano alcune fonti non ufficiali) ma che sia semplicemente un po' "strano". Per un attimo facciamo finta di queste due cose e poniamoci una domanda: come ci permettiamo di scagliarci, come dei bulli, su un ragazzino la cui colpa (per gli oppositori del neo presidente) è quella di essere figlio di Trump? Come mai vi siete imbruttiti a tal punto da usare le stesse armi che possiede chi vede le vostre proteste?

martedì 17 gennaio 2017

Mutamenti

Voglia di essere,
grande pensiero della vita.
Essere me e con me,
trasparire gioia dal viso
che tenero non è più;
reso duro dagli anni
che, barili, hanno svuotato aceto su me.
Vino ho cercato e ho trovato.
Gioia che sono, festa che vivo.
Sono Io e non più Tu.
Non sono più altri che mi indicano
una strada che non non m’appartiene,
una strada che non porta
dove la mia anima, serenamente,
anela acqua di vita:
dura, vera, vissuta e gioiosa.
Speranza per me che, non stanco,
continuo il sentiero.

lunedì 9 gennaio 2017

Sguardo: da indagatore a fiducioso

Ormai sono dieci anni che lavoro a contatto con minori di ogni genere. Il mio è uno dei mestieri più belli del mondo: sono (pseudo)educatore di minori che hanno problemi sociali, fisici, razziali. In poche parole, da dieci anni ho toccato realtà giovanili difficili come dei quartieri a "rischio" della mia città di origine, Napoli; ho lavorato con ragazzi disabili, scontrandomi con tutte le difficoltà della loro vita. Ora cambio di nuovo "mansione" lavorativa: inizio a lavorare in una casa famiglia che accoglie minori tra cui anche migranti non accompagnati che si trovano in Italia in attesa di essere ricongiunti ad un loro parente. In tutte le mie esperienze lavorative, però, c'è una costante che ho ritrovato sempre, un divisore in comune che ho ritrovato in tutti i ragazzi che ho incontrato in questi dieci anni: il loro sguardo.