martedì 30 maggio 2017

Riflessioni al semaforo

Questa è una riflessione che nasce al semaforo, nel senso che ci pensavo fermo alla luce rossa di quella lanterna che gestisce il traffico agli incroci (quanta poesia in una descrizione di un oggetto che è posto per strada, lo so, sono bravo). Questa riflessione, probabilmente, nasce in macchina perché è in essa che riesco a cacciare il peggio di me. Non ho mai contato le parolacce che sono in grado di dire mentre guido. Spesso per non dirle recito il Rosario perché, mi dico, "meglio un Ave Maria che un vaffanculo". Tuttavia, questo non sempre mi riesce. Il motivo di questo è molto semplice ed ho notato che è comune a tanti.
Il motivo del mio comportamento è da cercare nel fatto che le cose che mi danno fastidio degli altri automobilisti, sono le stesse che faccio io (chissà quanti vaffanculo mi sono beccato). Quante volte, per esempio, non mi danno la precedenza se attraverso sulle strisce, cosa che mi fa sbraitare contro l'automobilista che non rispetta questo mio diritto? Tuttavia, quante volte sono io che distratto da miei pensieri non mi accorgo che c'è qualcuno che aspetta qualche automobilista di buon cuore che lo lasci attraversare? Quante volte inveisco contro gli automobilisti che mi lasciano ad uno stop fermo (voglio ricordare che lasciare passare chi non ha la precedenza è uno dei più grandi atti d'amore)? Tuttavia, quante volte sono io a farlo?
Questo ragionamento, purtroppo, non si ferma all'ambito automobilistico ma potrei estenderlo anche ad altri aspetti della vita. Sono tante le cose che mi danno fastidio degli altri e che io stesso metto in pratica. Dovrei ricordarmi spesso che la pagliuzza nell'occhio del mio prossimo è sempre più piccola della trave che è nel mio.

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