mercoledì 17 gennaio 2018

Ester: coraggio e comunità

Le grandi imprese non si fanno da soli ma c'è sempre qualcuno che aiuta a raggiungerle: da soli valiamo una cippa lippa per questo è importante avere una comunità alle spalle che sostenga ogni nostro passo anche solo con la preghiera.
Questo pensiero mi è venuto in mente leggendo il libro di Ester. Infatti, lei chiede aiuto al suo popolo quando si trova in difficoltà; quando il suo sposo, Assuero re di Persia, non la convoca per presentarsi al suo cospetto e, in barba a tutte le regole, lei va dal suo re perché deve chiedergli un favore importante: la salvezza del suo popolo la cui distruzione era stata decretata con l'inganno dal consigliere del re, Amman (ricordiamo che per le leggi persiane se la regina non veniva convocata non poteva presentarsi al cospetto del re).

venerdì 12 gennaio 2018

Dichiarazione d'amore

"Il Calvario è una dichiarazione d'amore", questa frase è stata pronunciata da Terence Hill nella puntata di ieri di Don Matteo, l'ormai famoso prete investigatore della televisione italiana. Non ne sono un fan ma, siccome mia moglie impazzisce per questa serie televisiva (arrivata all'undicesima stagione), ogni tanto mi capita di vederne dei pezzi o, se sono in vena, un'intera puntata. 
Ieri il fato ha voluto che lavorassi fino a tardi, quindi sono arrivato a casa che la puntata stava terminando. Sono arrivato in tempo per ascoltare le parole che ho scritto all'inizio di questo post e ne sono rimasto colpito a tal punto che è da ieri sera che ci penso perché è proprio vero: la strada del Calvario è una dichiarazione d'amore di Gesù per me (e per tutti perché nessuno ne è escluso).

sabato 6 gennaio 2018

Non torneremo da Erode

Non torneremo da Erode. L'avevamo detto, giurato, deciso, scritto sugli striscioni, stampato sulle magliette 13 anni fa a Colonia. 
Il problema è che da Erode ci sono tornata lo stesso centinaia di volte in questi anni. Il problema è che non è sufficiente deciderlo una volta per tutte.
Sono tornata da Erode tutte le volte che ho agito come se non avessi fatto esperienza di Dio nella mia vita. Ci sono ritornata ogni giorno in cui non ho amato. Ci sono tornata tutte le volte in cui ho pensato che la mia vita posso gestirla come mi pare. Ci torno ogni istante in cui vivo secondo i miei tempi e le mie modalità e non lascio fare ai tempi e i modi di Dio. Ci torno ogni volta che trasformo il Vangelo in ideologia, che lo piego alle interpretazioni che mi fanno comodo, che mi sento a posto con la coscienza per averlo applicato come un "compito per casa". Invece il Vangelo, Gesù, non sono un compito per casa, sono un'esperienza viva e vitale. Non possono farti sentire comoda, devono scomodare, devono farti stancare, sudare, lottare. Come disse una volta un mio amico, se non ti fa fatica vuol dire che non stai amando.
Caro Erode mi freghi ogni volta. Ma credere che Gesù è risorto significa questo, che tutto nella mia vita può risorgere, che tornare per un'altra strada è sempre possibile. Già da questo istante.