sabato 31 marzo 2018

Come bambino

Come bambino
sei coccolato, unto
accarezzato e lavato.
Il tuo corpo è curato da altri.
Come bambino
Tua Madre è lì
e un altro Giuseppe ti accompagna.
Con mano tesa ti adagiano.
Come bambino
su grembo di donna
il tuo corpo riposa
ma di fredda pietra è il tuo giaciglio.
Come bambino
sei nudo
e umana innocenza è con te.
Occhi chiusi ma cuore aperto.
Come bambino
Ti fidi di filiale speranza
di tornare con i tuoi
e ricordare che ci hai redento.

venerdì 30 marzo 2018

Via Crucis

Via della Croce
alla quale sei stato condannato
da chi, codardo, lava le sue mani
che per quiete personale
non vuole addossarsi il tuo dolore.
Via della Croce
percorsa con un peso doloroso:
legno ruvido che trono d'amore sarà.
Cadi una, due, tre volte
e sconosciuto ti lascia riposare.
Via della Croce
dove incroci lo sguardo di chi t'ama:
Madre con il cuore trafitto

giovedì 29 marzo 2018

Ministri di umiltà

Ho tanti amici sacerdoti con i quali ho un rapporto fraterno e di collaborazione nel loro apostolato, mi piace sentirmi parte integrante della loro missione (che in verità è la missione dell'intera Chiesa). 
È proprio per questo motivo che, in questa giornata del Giovedì Santo, il mio pensiero va agli amici sacerdoti. Nella messa in Cena Domini di oggi si ricorda, infatti, l'istituzione dell'Eucarestia e del sacerdozio ministeriale. Gesù, la sera prima di morire, decide di cenare un'ultima volta con i dodici apostoli, ed è in quel momento che insegna loro una grande verità: dedicarsi anima e corpo al servizio delle persone che incontreranno. 
Gesù dice agli apostoli (quindi ai sacerdoti) di ripetere, in quel pane spezzato e in quel vino versato, il sacrificio che di lì a qualche ora si sarebbe compiuto. Non lo fa metaforicamente perché Lui è veramente in quel pane e in quel vino, è sostanzialmente presente. Gesù dice ai suoi apostoli: "Vedete? Mi sono umiliato diventando simile a voi. Ora, ulteriormente, mi sto umiliando diventando pane affinché possa essere presente sempre con voi. Che io sia da esempio affinché vi doniate totalmente agli altri facendovi cibo; affinché vi umiliate per lavare i piedi stanchi di chi ricerca una parola di vita eterna".

domenica 25 marzo 2018

Resurrezione quaresimale

Anche questa Quaresima sta volgendo al termine e mai come quest'anno ho capito una cosa essenziale per la mia vita di cristiano: che questo tempo di conversione conduce sì alla Pasqua ma ne conserva i germogli ogni giorno. 
La Quaresima, infatti, al contrario di quello che pensano tanti (purtroppo anche cristiani), non è solo un tempo triste, un tempo in cui la Pasqua è vista come un traguardo al quale chi si è contriso di più arriverà santificato. La Quaresima nasconde in sé i semi della Pasqua e la fa vivere ogni giorno perché fa tesoro prezioso dell'amore di Dio. Questo tempo ci aiuta a meditare sui nostri peccati, sulle mancanze che abbiamo per arrivare a costruire il Regno di Dio sulla Terra, tuttavia ci regala ogni giorno un granello di speranza e ci insegna a conservarlo e a coltivarlo nei momenti di sconforto perché la Resurrezione è ogni giorno. Il tempo di Quaresima, in fondo, è come l'albero di albicocche che ho di fronte la finestra di casa mia che nonostante il freddo, le gelate e la neve ha continuato a fiorire perché le intemperie non lo hanno fermato e tra un po' sarà pronto a donare i suoi frutti succulenti a chi desidera mangiarne.

martedì 20 marzo 2018

Padre non essendo padre

No, non voglio sminuire il ruolo di un padre. Chi mi conosce, infatti, sa l'importanza che do alla figura paterna e materna nella loro distinzione sessuale e nella loro completezza nei compiti. Chi dice il contrario, eventualmente, non mi conosce. Scrivo questo perché qualcuno ha messo in dubbio questo mio pensiero dopo che ho pubblicato, su Facebook, uno stato in cui ho scritto:

"Hai figli?" "no, non ho figli" "Gli auguri non posso farteli?" "Magari... un giorno..." Poi ho pensato che San Giuseppe, al quale sono devoto, oltre ad essere padre è anche uomo e mi sono detto: "gli auguri li accetto se me li fanno". Buona festa di San Giuseppe a tutti i papà e anche a tutti gli uomini: che lo sposo di Maria possa essere d'esempio per noi maschi.

sabato 17 marzo 2018

La buona battaglia

Paura. Dopo un giorno mi ritrovo a riflettere su questo argomento. Ma cosa è che mi fa paura quando affronto qualcosa? Quando, in particolare, mi ritrovo di fronte ad una tentazione (per esempio)? Sicuramente il timore di non farcela è sempre tanto perché sottovaluto le mie risorse. Ogni volta che mi trovo a combattere contro il Maligno, infatti, credo di non avere la forza di portare avanti la mia "buona battaglia" (2Tm 4,7); ogni volta dimentico, come ho già accennato nel post di ieri, che ho un compagno che lotta la mio fianco e non mi abbandona (anche se dovessi perdere una battaglia). 
La guerra contro il Maligno è lunga ed è fatta di vittorie (grandi o piccole) e di sconfitte ma sono queste ultime ad insegnarmi a non scoraggiarmi e a guardare il nemico negli occhi. In poche parole, sto imparando a non avere timore del Male anche se sembra sopraffarmi, anche se in alcuni momenti ha lui il sopravvento sulla mia vita.

venerdì 16 marzo 2018

La Croce in compagnia

Odio avere paura. Il problema reale è che le mie paure sono tante. Non parlo di paure piccole tipo quella dei topi (in verità mi fanno più schifo che paura) ma di paure più radicate nella mia vita e che possono metterla in pericolo o renderla difficile: malattia e morte (mia e di chi mi sta accanto), solitudine, problemi a lavoro... mi fermo qui.
Queste mie paure mi hanno fermato per molto tempo e il problema reale è stato proprio questo: mi sentivo impantanato in un fango che non esisteva o che avevo creato io. Ho lasciato stare cose che mi piace fare (scrivere, leggere, fotografare) per commiserarmi delle mie inesistenti miserie. Se qualcuno leggerà queste righe che (credetemi) saranno poche può sentirsi autorizzato a chiedersi "che ne ne importa di queste tue cose? Perché scrivi una cosa tanto personali?" e la risposta è semplice: voglio condividere con chi legge da dove ho preso la forza di andare avanti ma l'immagine allegata a questo post, a questo punto, dovrebbe essere esplicativa. Infatti, nel momento peggiore di questo periodo la mia forza l'ho ritrovata nella Croce di Cristo e nella consapevolezza che per tutte le mie croci, grandi o piccole che siano, vere o frutto della mia fantasia, ho in Gesù,  che si concretizza nella mia vita nelle persone che mi vogliono bene e mi accompagnano, un aiuto valido nel portarle. In questo modo sono riuscito a trasformare questo "non posso" (o "non voglio") in "posso e devo"; sono riuscito a trasformare la mia solitudine in compagnia salvifica.