sabato 17 marzo 2018

La buona battaglia

Paura. Dopo un giorno mi ritrovo a riflettere su questo argomento. Ma cosa è che mi fa paura quando affronto qualcosa? Quando, in particolare, mi ritrovo di fronte ad una tentazione (per esempio)? Sicuramente il timore di non farcela è sempre tanto perché sottovaluto le mie risorse. Ogni volta che mi trovo a combattere contro il Maligno, infatti, credo di non avere la forza di portare avanti la mia "buona battaglia" (2Tm 4,7); ogni volta dimentico, come ho già accennato nel post di ieri, che ho un compagno che lotta la mio fianco e non mi abbandona (anche se dovessi perdere una battaglia). 
La guerra contro il Maligno è lunga ed è fatta di vittorie (grandi o piccole) e di sconfitte ma sono queste ultime ad insegnarmi a non scoraggiarmi e a guardare il nemico negli occhi. In poche parole, sto imparando a non avere timore del Male anche se sembra sopraffarmi, anche se in alcuni momenti ha lui il sopravvento sulla mia vita.
Come ho appena scritto, la guerra è lunga e non posso prendermi il lusso di abbassare la guardia perché il Nemico è furbo ed è pronto ad attaccarmi nei momenti in cui sono più debole, quando le mie difese sono sguarnite. Quante battaglie ho perso per questo motivo! Menomale che Dio è misericordioso e mi da ogni volta l'opportunità (e l'umiltà) di ricominciare daccapo. Egli mi da la forza di riprendere le armi della mia fede e di iniziare, più forte di prima, la mia personale guerra contro il Diavolo e le sue tentazioni.
Per riuscire a vincere non devo mai dimenticare che Dio è il mio più grande compagno di battaglia ed è con Lui che potrò dire, insieme al Re Davide che si accingeva a combattere contro Golia, "Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo" (1Sam 17,37), ovvero "Il Signore che mi ha liberato dalla morte, mi libererà anche dalle mani del peccato"

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