giovedì 12 dicembre 2013

Lettera agli italiani (il mio Paese fermato dagli estremismi)

Cari italiani,
chi vi scrive è un giovane. Non è che questo termine mi si addica tanto. Ho superato i trentanni e non credo di far parte della fascia “giovanile”. Tuttavia, in Italia siamo abituati a definire giovane chiunque non abbia superato i quarantacinque anni (Renzi, neosegretario del PD, è considerato giovane e ha superato i quarantanni). Vi scrivo su questo spazio piccolo. In verità non sono nemmeno sicuro che leggerete queste parole. Non voglio annoiarvi con le solite polemiche del giovane laureato che lavora come precario e che non vedrà la pensione prima di morire. Non mi interessa farlo in questa lettera. 
Vi scrivo per farvi aprire gli occhi. Per farvi rendere conto di come gli estremismi stanno mobilizzando il paese. Fascismi di destra e di sinistra (con la responsabilità morale di chi non condanna fermamente questi terrorismi) da troppo tempo tengono in pugno l'Italia. Questi da anni (meglio decenni) hanno smorzato il dialogo politico in questo paese. Lo hanno spento facendoci respirare un'aria da dopoguerra. Quello che sta accadendo in questi giorni con il movimento dei forconi (che di contadino hanno poco ma di fascismo hanno tanto) e le “lotte” dei No TAV per impedire la costruzione di una linea ferroviaria sono degli esempi di come i facinorosi possono prendere piede in Italia. Con una facilità impressionante riescono a tenere scacco lo Stato che quando interviene viene additato come cattivo. 

martedì 10 dicembre 2013

Unione rara

Stanchi di girare,
paralleli mai incontrarsi.
Ospiti di un cielo scuro
stanchi di non toccarsi.
Le braccia stese
tirando con tenue forza.
Elevare i corpi leggeri
sulle teste di chi guarda.
Elevare le anime
con preghiere ai più sconosciute.
Luci, forti o deboli, illuminano
strade di viandanti solitari.
Unione lenta desiderata, cercata, amata.
Abbracciarsi per una notte o un giorno.
Nasce così effetto d'amore
causa di sorpresa e di stupore.
Anelare nuovo incontro
con la consapevolezza della sua rarità.

venerdì 22 novembre 2013

Pensieri futuri

Assente ti osservo camminare
in casa che fondiamo,
aggiungere giorni al nostro tempo. 
Pene noi viviamo
con allegri visi
teneri trasformati dal tempo.
Le voci cantano la nostra vita
che vedrai domani.

martedì 12 novembre 2013

La censura del relativismo

Un po' di tempo fa ho conosciuto una persona. L'ho conosciuta per caso, leggendo i suoi due libri. Lei è una persona semplice e simpatica. Almeno così sembrava dai libri che ho letto. Dopo un po' di tempo le ho mandato, sotto suggerimento della mia fidanzata, una richiesta di amicizia su Facebook e la conoscenza è diventata virtuale. Per fortuna sono riuscito a conoscerla di persona e ho potuto constatare che l'idea che mi ero fatto di lei era veritiera.
Costanza Miriano è una giornalista, una di quelle che non le manda a dire, che senza giri di parole (basta leggere il suo blog) riesce sempre a dire quello che pensa. Lei è una cristiana, una di quelle che ci credono sul serio e vivono sul serio il Vangelo. Fa parte di quella categoria di persone che non reputo cristiani di facciata. Costanza Miriano è una persona che ci mette la faccia (beccandosi anche degli schiaffi), che si “sporca e mani” nell'annunciare Cristo al punto di beccarsi critiche in patria e anche all'estero. 

martedì 1 ottobre 2013

Dialogo e missione


Giuro che stavolta non vi annoierò troppo ma c'è un pensiero che mi attanaglia la mente ed è più forte di me, devo condividerlo con voi.
Chi mi conosce sa che non sono un uomo che ama il dialogo, ovvero, non amo il dialogo nel significato che gli da il senso comune. Io dico sempre che se per dialogo s'intende il parlare di alcune cose e non essere libero di poter difendere la propria opinione sentendola, quindi, denigrare o non rispettata, se ci sono questi presupposti vuol dire che non esiste dialogo. La bellezza del dialogo sta nel poter esternare la propria idea, ascoltare l'idea della persona con la quale si entra in contatto e rispettarla. Questo procedimento, tuttavia, non implicita che si raggiunga un punto di vista comune. La bellezza del dialogo sta anche il lasciare all'altro la libertà di continuare ad abbracciare il proprio pensiero, anche se non lo condivido, anche se se per me dovesse risultare un pensiero “nemico” contro il quale iniziare una battaglia (naturalmente non una battaglia violenta). L'altro è libero di fare la stessa cosa con me ma deve lasciarmi lo spazio e la libertà di continuare a manifestare il mio pensiero.

domenica 29 settembre 2013

Inverno agostano


Sorrisi vengono in mente,
allegri e gioiosi,
ormai passati nel tempo vissuto.
Tempo passato
resta un dolce ricordo
resta allegra esperienza
resta ricordo di vita.
In giorni lontani
intesi cose diverse,
capii cose di vita
sante nel pensiero
tenere nel cuore.
Insieme camminiamo
da quei giorni di inverno agostano.

mercoledì 25 settembre 2013

Castità: dono per la vita


Qualche giorno fa mi sono trovato a scrivere della castità come dono d'amore. Rileggendo quelle righe mi sono reso conto che alcuni punti potrebbero non essere chiari o che potrebbero sorgere dubbi su quello che ho scritto. Anzi, se devo essere sincero, alcuni dubbi sono sorti a me per primo. Quello che scrivo sul mio blog sono appunti che prendo principalmente per me stesso e che mi piace condividere.
La domanda che mi sono posto dopo aver letto per l'ennesima volta il mio post precedente è stata: ma se io e la mia fidanzata ci vogliamo bene, il nostro amore è sincero e puro perché non aprire il nostro amore ad un'esperienza sessuale attiva? Cosa c'è di male nel farlo soprattutto ora che andiamo incontro al matrimonio? Perché aspettare il matrimonio?
Giuro che ci ho pensato e ho cercato una risposta valida senza rendermi conto che ce l'avevo dinanzi e che dovevo solo metabolizzarla bene. Innanzitutto nel matrimonio l'unità del corpo degli sposi diventa un segno dell'unione spirituale. Ciò significa che l'unione corporale di un un uomo e la donna, nonostante sia importante e bella, non è una pratica solamente biologica ma riguarda l'intimo della persona umana e si realizza in modo umano “solo se è parte integrante dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte” (C.C.C., 2361), se diventa, cioè, una comunione perpetua.

lunedì 23 settembre 2013

Castità: dono d'amore


Lo so che sto per toccare un tema molto delicato per il quale ci saranno incomprensioni e, probabilmente, delle imprecisioni. Cercherò di essere il più chiaro e possibile e tenterò, già so che lo farò con scarsi risultati, di restare in un ambito laico per scrivere quello che penso sulla castità. Questa riflessione nasce da un confronto che ho avuto con una mia vecchia (non in senso anagrafico, non voglio offendere nessuno) collega universitaria sul tema della castità. La mia collega non capisce come le persone possano vivere la castità e classifica, con una certa forzatura, coloro che vivono la castità e ne esaltano la virtù in tre categorie. Nella prima sarebbero presenti tutti coloro che non riescono ad avere esperienze sessuali. Nella seconda sono presenti coloro che, secondo lei, non sono mai stati oggetto di desiderio di alcuno e che trovano nella castità la propria ragione di essere. Nella terza categoria sono presenti coloro che hanno avuto delle esperienze sessuali pessime e che invece di migliorarsi sono passati dalla parte della “tifoseria” della castità facendo di necessità virtù. La mia vecchia collega, inoltre, non riesce a spiegarsi come si possa avere una padronanza del corpo e a non eccitarsi alla vista di “tette e culi”. Davanti a questa esternazione sono rimasto alquanto perplesso per due motivi: il primo riguarda una sfera personale e l'altro la concezione che si ha del significato della castità. 

giovedì 5 settembre 2013

Il mio amico


Il mio amico non è fortunato come noi. Non cammina, ha bisogno di essere imboccato ed è dipendente in tutto da noi che siamo i suoi amici più grandi: lo laviamo, lo accompagniamo a scuola, lo vestiamo.

Il mio amico sta in carrozzina e non può spingerla da solo. Non ce la fa.

Il mio amico trova nella musica il suo sfogo. Ha una memoria impressionante e un repertorio musicale da fare invidia a iTunes.

Il mio amico mi chiede come sto e cosa ho fatto a casa ogni volta che mi incontra. Il mio amico è educato, ovvero, a modo suo è educato, bisogna solo capirlo.

mercoledì 31 luglio 2013

Postumi da GMG vissuta da lontano


In questi giorni ho seguito con interesse ed un po’ di “saudade” la GMG di Rio ripensando a quella di ben 8 anni fa a Colonia, alla quale partecipai con grande entusiasmo, nonostante la recente morte di Giovanni Paolo II.
Devo dire la verità: questo Papa è un Dono enorme! Parla diretto al cuore delle persone e sta riuscendo a smuovere tante anime che sentono il bisogno di essere capite.

Però, rischiando di essere impopolare, sento di dire che il cristiano che segue Gesù, non si fa influenzare dalla simpatia o dal carisma di una persona... seppur conti moltissimo! Il cristiano ha la Fede, intesa letteralmente come “Fiducia in Gesù” e quindi in tutte le persone che ci mette accanto, vicine e lontane... e quindi anche nel Papa, il nostro “Pietro”.


Benedetto XVI non è stato un Papa “simpatico a pelle”... ma a me ha insegnato a crescere nella Fede, scavalcando proprio la sua apparente “durezza da tedesco” e scoprendo, nelle due volte in cui l’ho incontrato da vicino, una tenerezza inaspettata ed una profondità d’animo enorme.

venerdì 26 luglio 2013

Il silenzio

Un panno alla bocca vorreste metterci
In un silenzio di tomba vorreste vederci
Catene ai polsi vorreste legarci


La nostra bocca continuerà a dire la verità
Quella che voi volete cambiare
che da sempre guida la Natura


Le nostre tombe non si chiuderanno
Continuerà ad uscire luce da esse
                                                               E continueremo ad illuminare


                                                               Le vostre catene non ci legheranno
                                                               se lo faranno ci libereremo.

                                                               La verità ci da la forza.

sabato 13 luglio 2013

Non starò zitto


Lo so, sono sicuro che quello che sto per scrivere non piaccia a tutti ma pazienza. Un mio amico che si chiama Francesco e che vive al Vaticano ha detto che non si deve essere sempre simpatici.
Ci sono alcune cose che devo dire e devo farlo ora perché, altrimenti, un giorno potrebbe essere troppo tardi. Non sto morendo, non preoccupatevi. Ora vi spiego con calma cosa mi sta accedendo.
Chi mi conosce bene (ma secondo me basta pure un minuto di conoscenza per capirlo) sa che non sono un tipo offensivo e neppure violento. Non farei del male nemmeno ad una mosca (solo a qualche zanzara ma solo per questioni di sopravvivenza). Chi mi conosce sa che riesco ad essere rispettoso degli altri perché il mio cammino cristiano mi ha insegnato ad amare tutti... ma tutti tutti! Questo, naturalmente, non significa che debba accondiscendere a tutto. Le mie posizioni sono importanti e i miei valori li difenderò anche se dovessi rischiare la galera.

mercoledì 12 giugno 2013

Chiara è nata e non morirà mai più


La storia di una giovane donna, testimone autentica di vita cristiana. La regola dei “piccoli passi possibili”

Chiara Corbella aveva ventotto anni, era una donna, una moglie e una mamma. Era una ragazza della mia età, appartenente a questa generazione che soffre il problema della disoccupazione, del mettere su famiglia, della precarietà della vita in tutti i suoi aspetti. Eppure Chiara ha saputo rispondere a questa società ‘in crisi’ facendo della sua vita un progetto divino. Le persone che in questi mesi hanno seguito la sua storia e quella di Enrico Petrillo, suo marito, si sono commosse, arrabbiate, scandalizzate, convertite. Ma cosa può dire a noi cristiani questa ragazza di Roma che ha vissuto un’esistenza così felice ed è salita in cielo con una felicità ancora più grande?



Una storia che interroga

Chiara nasce il 9 gennaio 1984. Cresce frequentando la parrocchia e, durante un viaggio a Medjugorje, conosce Enrico, con il quale si fidanza. Pochi anni e, dopo aver fatto ad Assisi un cammino di formazione per fidanzati, Chiara ed Enrico si sposano nel settembre 2008. Ha ventiquattro anni Chiara. Pochissime ragazze ormai si sposano a quell’età, perché non si hanno certezze, perché ci si vuole godere la vita, perché non si è preparati ad abbracciare un progetto di vita ‘per sempre’. Lei ed Enrico, invece, si fidano di Dio e della Provvidenza e si lanciano in questa “volontà di Dio”.
Chiara rimane subito incinta di una bambina, ma già dalle prime ecografie alla bimba viene diagnosticata un’anencefalia: incompatibile con la vita, dicono i medici, morirà appena nata. Chiara ed Enrico accolgono la notizia e si rifiutano di abortire. Vogliono dare alla bambina la possibilità di vivere quanto Dio vorrà. Chiara porta avanti una gravidanza difficile fino al giorno in cui nasce Maria Grazia Letizia, che viene battezzata e sale al cielo dopo trenta minuti. Chiara racconta questa esperienza durante un incontro ad Assisi, una testimonianza che si può vedere e ascoltare in un video su Youtube, nella quale afferma quanta gioia loro abbiano sperimentato davanti a questo avvenimento.

sabato 1 giugno 2013

Sensazioni dell’ultimo chilometro



Un chilometro. La fatica è tanta. Vedi la salita di fronte e sembra non terminare mai. Leggi il cartello dei chilometri che ti separano dall'arrivo. La scritta “1 Km” ti rincuora ma sai che sarà il chilometro più lungo della tua vita. Pensi “manca poco, un'altro po' e arrivo... e posso farlo da vittorioso”. Ti rendi conto anche che la fatica è tanta e, forse, è tanta anche la voglia di mollare ma non puoi farlo. Non vuoi farlo. Non devi farlo.

Novecento metri. Sei da solo, nessuno riesce a tenere il tuo passo. Hai una marcia in più e non è quella del cambio della tua bicicletta.

venerdì 10 maggio 2013

La concretezza di De Palo al servizio del bene comune


Ho deciso: ci metto la faccia. Ormai sono stanco di rincorrere i politici, sono stufo del loro modo di fare poco vicino alla gente che poi li vota. Non è populismo. Credo nella buona politica e credo anche nel lavoro dei partiti. Desidero solo che questi siano vicini alle persone non solo in campagna elettorale. Amo i partiti quando mettono da parte le proprie ideologie e decidono di lavorare insieme per il bene comune. Posso affermare che il modello ideale, per me, è il governo Letta. Le due grosse forze politiche si sono messe insieme per il bene dell'Italia.
Questo modello, naturalmente, non è sempre auspicabile. In una logica democratica dell'alternanza questo è impensabile ma è una cosa necessaria in tempi di crisi.
Ebbene, c'è un movimento politico, nato nel 2012 a Roma, che questo mettere da parte le ideologie politiche per il bene comune ne ha fatto lo slogan principale.
#OL3 nasce con questo obiettivo e già il nome ne indica le finalità. Andare oltre, non rassegnandosi ma diventare protagonisti della politica.

martedì 30 aprile 2013

Odori della mia terra

Odo uccelli cantare
dal mattino fanno compagnia
ore passate insieme
ricordando tempi andati
indicando i miei passi,
del passato naturalmente.
E questi ricordi
lontani dal tempo non sono,
lontani dal cuore si.
Ancorato alle 
mie radici
inizio a sentirne mancanza.
Ancorato agli odori di casa
tendo a tristezza
e respiro aria grigia
ritornando con il pensiero,
ritornando con il cuore
ammalato di nostalgia.

mercoledì 24 aprile 2013

Una ragione per vivere



La buca non era ancora abbastanza profonda.

Sotto il cielo limpido di una calda giornata di fine aprile l’aria stava divenendo irrespirabile e la polvere secca che si alzava da terra sporcava i vestiti, entrava nella gola e asciugava le lacrime. C’era solo il silenzio, asciutto e tagliente, ad assistere a quella scena, a quegli istanti interminabili di angoscia e rassegnazione che sembravano piombati lì all’improvviso.

Ancora di più, non basta.

Gocce di sudore scendevano giù per la fronte di Mario, il caldo e la paura non smettevano di bagnare il viso e le mani che spostavano la terra. Continuava a scavare lui, interrotto solo dalla voce ferma e potente dell’uomo alle sue spalle che gli intimava di fare più in fretta.

Troppo poco tempo, bisogna muoversi.

Mario sapeva cosa stava per accadere. Di tanto in tanto tentava di guardare furtivamente il suo amico che, a pochi metri da lui, svuotava nervosamente e impietosamente la propria fossa. La guerriglia negli ultimi tempi era sempre più aspra, e i morti si contavano a centinaia.

martedì 23 aprile 2013

Il diavolo è sexy


Qualche anno fa, il papà di un mio amico mi disse che durante la messa, al momento della consacrazione del pane e del vino, chiudeva gli occhi e immaginava Gesù nel cenacolo con i suoi apostoli. Questo pensiero, però, veniva interrotto, a volte, da un immagine strana: un diavoletto che girava intorno a Gesù.
Questo pensiero mi lasciò perplesso. Non sono uno che cerca segni o crede in sogni premonitori. Chi mi conosce sa che cerco la concretezza della fede. Tuttavia, quell’immagine del diavoletto che rompeva le scatole a Gesù durante la sua ultima cena è rimasta impressa anche a me. Non riesco a trovare dei segni ma mi piace pensare che questa immagine sia il simbolo di una delle tante tentazioni che Gesù ha subito nella sua vita. Il diavolo sicuramente non voleva che il Signore istituisse il sacramento dell’Eucarestia, immaginava che quel pane e quel vino (simboli del corpo e del sangue di Cristo che dopo qualche ora da quei fatti sarebbero stati donati nel vero senso della parola) sarebbero diventati la salvezza e la speranza per gli uomini. L’offerta di Gesù, quindi, non poteva passare inosservata all’eterno tentatore, il quale non lascia tranquillo nemmeno il Signore della vita. L’ha sempre tentato. I Vangeli ci raccontano l’episodio delle tentazioni nel deserto ma chissà quante altre occasioni hanno tentato Gesù.

sabato 20 aprile 2013

"Nessuno vive solo per se stessi"


“Nessuno vive solo per se stessi” nella lettera ai Romani si legge questa frase al versetto 7 del capitolo 14. Questa mattina mi sono imbattuto in questa parte della lettera e mi sono soffermato. Mi sono reso conto che questa proposizione è, oggi, in Italia, attualissima. Queste parole potrebbero essere un monito, un’indicazione per i nostri parlamentari, per coloro che (in queste ore lo abbiamo visto con quello che è accaduto in Parlamento con l’elezione del Presidente della Repubblica) non riescono a perdere alcune delle proprie convinzioni per il bene comune. Perché fare questo? Semplicemente perché il bene comune è una cosa che appartiene a tutti e non solo alla propria schiera di adepti politici. La nostra classe politica, quella che abbiamo votato nelle scorse elezioni, non è capace di mettere da parte i propri interessi (spesso poco politici) per raggiungere questo obiettivo.

giovedì 18 aprile 2013

La volontà si salvarsi


Qual è la via della salvezza? La risposta per noi cristiani è molto semplice: la salvezza ci è indicata da Dio e la possiamo scoprire solo seguendoLo.
Dio ci salva nonostante le nostre schifezze, nonostante siamo delle “monnezze”. Tuttavia, ci salva solo se noi lo vogliamo.
In Isaia 25, 11-12 è scritto:

Ma voi, che avete abbandonato il Signore,

dimentichi del mio santo monte,

che preparate una tavola per Gad
e riempite per Menì la coppa di vino,


io vi destino alla spada;

tutti vi curverete alla strage,

perché ho chiamato e non avete risposto;

ho parlato e non avete udito.

Avete fatto ciò che è male ai miei occhi,

ciò che mi dispiace avete scelto”.

Queste parole di condanna sono solo per coloro che non riconoscono l'opera di Dio o che si sono allontanati da Lui. In qualche modo (mi rendo conto che forse è un po’ azzardato) questi due versetti sono legati alle beatitudini. Infatti, non è Dio che ci regala le beatitudini ma siamo noi che le troviamo se seguiamo quello che Dio, il quale ci ha da sempre amati e pensati, ci chiede di fare. Nello stesso modo non è Dio che ci manda delle condanne, siamo noi che le cerchiamo (e le troviamo).
Spesso, a queste condanne divine vengono associate le catastrofi che viviamo (personali, naturali, malattie, guerre). Come se fossero mandate da Dio per punirci, per farci sentire soli e abbandonati. Non è così. Il male peggiore non è la catastrofe in se ma il non sentire la presenza di Dio in questi momenti di desolazione. Stiamo male perché non vediamo e non ascoltiamo Dio. In queste cose lui è presente e vuole starci accanto. Siamo noi che dobbiamo aprire gli occhi, le orecchie e soprattutto il cuore. 
In queste situazioni di desolazione noi percepiamo un dolore forte ma questo diventa tenue per coloro che hanno risposto alla chiamata di Dio con una conversione, con un pentimento dei peccati o per coloro che non lasciano la Sua via perché preferiscono alcune più facili.

lunedì 15 aprile 2013

Pedofilia, Chiesa e giornalisti omertosi

Sono passati tre anni da quando ho scritto questo commento. Il mio pensiero non è cambiato.


"Chiedo scusa se mi dilungo un poco ma devo dire la mia sul "caso" della pedofilia che sta sconvolgendo la Chiesa Cattolica in questo periodo. Devo fare uno sfogo e cercherò di essere anche obiettivo. Sono arrabbiato in questo periodo e questa mia rabbia è dovuta fondamentalmente a due motivi.

Il primo di questi è un accanimento mediatico sulla Chiesa su questo caso. Il secondo è una mancata presa di posizione di noi cattolici in difesa della nostra Chiesa. Con calma cercherò di rendervi partecipi di questo mio malessere.
In questi giorni tutti i media nazionali stanno operando meschinamente (si salvano solo poche testate tra cui cito il Corriere della Sera) dando informazioni a "senso unico", non tenendo in considerazione il problema reale, non considerando neanche il dolore delle vittime ma solo, forse, al numero di copie da vendere o a quello di spettatori da fare.
"Il fatto è questo statemi a sentire": diversi uomini di Chiesa (perchè di uomini si tratta, uomini come lo siamo noi) hanno sbagliato, sono caduti in errore abusando sessualmente di bambini, di ragazzi. Un atto da condannare senza se e senza ma. Un atto che mi fa rabbrividire a prescindere da chi lo compie.

giovedì 11 aprile 2013

Il cammino comunitario


Qualche giorno fa mi sono trovato a scrivere una riflessione sul perno della nostra vita cristiana: la preghiera quale unico mezzo per contattare Dio. Stavolta vorrei concentrare l’attenzione su un altro perno della vita cristiana: il cammino comunitario. Intendo con questo termine l’agire non da soli, il camminare insieme ai nostri fratelli. La comunità cristiana ha senso, infatti, solo nel momento che si fa da accompagnatrice alle azioni del singolo. La comunità agisce come uno specchio nel quale ci si rende conto delle opere buone o non buone commesse dal singolo. La comunità non vuole essere (e non deve essere) un controllore delle nostre azioni ma lo strumento principale di confronto.
Sono tanti gli esempi nelle scritture dove viene messo in evidenza l’importanza della comunità nella cristianità. Già nell’Antico Testamento, nel racconto della creazione, per ben due volte si mette in evidenza che l'uomo non è stato creato da solo ma avuto una compagnia. Più avanti si nota che le vicende del popolo eletto sono incentrate sulla comunità. È l’intera comunità che si sposta verso l’Egitto ed è la stessa comunità che, liberata, torna nella Terra Promessa. Non solo. Per quanto riguarda il non agire da soli, sempre nell’AT, possiamo notare come era usuale il ricorrere al consiglio dei profeti da parte dei sovrani d’Israele. Quei loro fratelli più saggi, con i loro consigli, erano l’oracolo della volontà di Dio. Da soli non possiamo capirLa, abbiamo bisogno degli altri.

martedì 9 aprile 2013

Partecipazione digitale



Shirky nel suo libro Surplus cognitivo parla di come la vita sociale nel ventesimo secolo crea un’atomizzazione che ci spinge lontani dalla “cultura partecipativa” (Shirky, pag. 19) e una delle cause di questa atomizzazione è da ricercare all’interno delle innovazioni tecnologiche. Dalla televisione ai new-media .
Paradossalmente sono proprio le tecnologie digitali (le stesse che provocherebbero questa atomizzazione) a porre una sorta di rimedio ad un processo di individualizzazione che le vuole vedere protagoniste. Un processo che nasce prima dell’inizio dell’era digitale (Pecchinenda, Homunculus, pag. 1-90).
Ma cosa significa veramente partecipare? Se il concetto si limita solo ad una partecipazione fisica allora Shirky ha ragione. I nuovi media ci rinchiudono nelle nostre nicchie. Per partecipazione, però, s’intende anche il “prendere parte in misura più o meno intensa e regolare alle attività caratteristiche di un gruppo, di un’associazione” (cit. Gallino, Dizionario di Sociologia). In questo senso notiamo che i nuovi media hanno rifondato questa partecipazione e fatte nascerne anche di nuove. Un esempio banale è la partita di calcio vista sulla poltrona di casa. Fisicamente non si è allo stadio ma non possiamo dire che non si sta partecipando a quell’evento. Si è semplicemente creata una nuova forma di partecipazione che non prevede necessariamente una compresenza fisica dei partecipanti.
Lo stesso vale anche per le dinamiche della rete.

sabato 6 aprile 2013

La Preghiera


Un credente moderno deve rinsaldare alcune cose per ritenersi tale. È questa la teoria di base di Carlo Carretto del suo libro “Il Dio che viene” un libro scritto negli anni Sessanta ma che trovo terribilmente attuale. Non mi sembra il caso di elencarle tutte ma vorrei soffermarmi su solo una di queste che poi è quella su cui si sofferma di più. Quella della preghiera.
La nostra modernità (alcuni la definiscono post-modernità ma a me non piace questo termine) vive un continuo cambiamento, i ritmi crescono, le tecnologie (fortunatamente) raggiungono sempre scoperte nuove facendoci progredire. La nostra società possiamo finalmente dire che ha raggiunto un livello avanzato, un livello dove, però, diventa difficile fermarsi un attimo. Dove i rapporti rischiano di diventare più flebili e fugaci. Forse ci possiamo rendere conto che siamo circondati di persone, ma quante di queste possiamo ritenere amici veri, sinceri?

giovedì 4 aprile 2013

Quella notte a Tor Vergata non c'ero



Quella notte a Tor Vergata io non c’ero. Quella notte ero nella mia casa al mare con la mia famiglia e guardavo in televisione tutti quei giovani che si erano riuniti a Roma per incontrare il Beato Giovanni Paolo II. Li osservavo con un misto di invidia e compassione. Io ero al mare e mai avrei rinunciato ai miei due mesi di vacanza. Certo, le suore del mio quartiere mi avevano invitato ma avevo rifiutato.
Avevo 17 anni e vivevo il mio essere cristiano andando la domenica alla messa e frequentando il coro (anche se stonato). La mia pratica cristiana si fermava con queste due cose e mi bastavano. Ero nel pieno della mia crisi adolescenziale e non capivo che vivere da cristiano fosse qualcosa di concreto e non astratto.

martedì 2 aprile 2013

La situazione egiziana e i timori occidentali



Due anni fa scrissi questo articoletto. Mi hanno attaccato e deriso ma si è rivelato quasi premonitore. Dopo due anni posso dire che avevo quasi ragione.

"C’è il popolo di uno stato di prevalenza islamico che, governato da un despota, decide di ribellarsi, di cancellare per sempre anni di tirannia, abusi ed esili. Tutta la popolazione si mette insieme e lotta contro l’oppressione del tiranno che scappa dalla propria nazione lasciando il posto a coloro che anelano ad una democratizzazione. Poi…
poi se pensiamo all’Egitto è giusto affermare che non possiamo sapere come andrà a finire. Ma in queste poche righe non sto descrivendo il caso tunisino o quello egiziano ma quello iraniano del 1978 quando persone appartenenti a movimenti politici (in prevalenza movimenti di origine marxista) e religiosi (la maggioranza di origine islamista), che da sempre erano duri oppositori dello Scià Pahlavi, si unirono contro il desposta iraniano riuscendo a cacciarlo e a dar la via libera ad un nuovo regime dittatoriale.

lunedì 1 aprile 2013

Santa Monica. Esempio per le donne


Santa Monica - Gozzoli
Vorrei parlare di un libro che ho letto da poco. Un libro che, nonostante non sia una narrativa, riesce a coinvolgere il lettore. Questo libro racconta la storia di una donna che ha saputo vivere in pieno il suo essere cristiana. Una donna che con la preghiera e le lacrime riuscì ad ottenere quello che desiderava (e anche di più): la conversione del figlio.
Questa donna è Santa Monnica (Monica) e il libro si intitola Monnica mia madre. Biografia critica della madre di Agostino. L’autrice del testo, quando ci siamo conosciuti per caso su un treno che da Napoli andava a Roma, mi ha detto che il suo libro (che nasce come tesi) è sorto come sfogo verso coloro che hanno criticato negativamente e sottovalutano la figura di questa santa. Suor Giulietta Saginario, religiosa delle Figlie di S. Maria della Provvidenza – Opera Don Guanella, ha eseguito una ricerca accurata e approfondita sul rapporto tra questa grande madre e questo grande figlio e lo fa aiutandosi, soprattutto con le Confessioni.
Il libro inizia con la descrizione del contesto storico, sociale e geografico nel quale questi due immensi personaggi sono vissuti. La seconda parte del libro, invece, analizza nel dettaglio il rapporto tra Monnica e Agostino dividendo in quattro periodi le vicende che hanno caratterizzato la vita dei due santi e lo fa prendendo come esempio una pianta che cresce. Il primo periodo, infatti, è stato definito “della semina” o del primo germoglio. È il periodo in cui Monnica alleva il figlio piantando in lui i semi di un cristianesimo che in lei è incarnato in modo eccezionale.

venerdì 29 marzo 2013

I santi della mia vita (fino ad ora)


San Giovanni Battista - Leonardo
L’altro giorno, durante una chiacchierata pomeridiana con la mia fidanzata (mi piacciono questi sostantivi ritenuti non usuali), ci sono venuti in mente alcuni santi, alcuni fratelli maggiori che già ci hanno preceduto in Paradiso e che ci stanno accompagnando nel nostro cammino di fidanzamento. Parlando mi sono reso conto che non ho solo un santo che mi accompagna ma, tra vari eventi, nella mia vita se ne sono aggiunti tanti. Credo di essere uno dei pochi che ha almeno un terzo di Paradiso al quale essere devoto in modo particolare. Ho cercato di pensare ai miei primi 31 anni di vita alla luce di questi personaggi che intercedono per me il buon Dio.
Il santo che accompagna la mia vita fin dalla nascita è senza dubbio San Giovanni Battista. Sono sempre stato orgoglioso di portare il suo nome. La sua parentela con Gesù, inoltre, mi fa sentire un privilegiato. Questo orgoglio è inferiore solo all’invidia verso chi porta di nome di Maria: il Battista sarà anche il cugino ma Maria è la mamma (e che mamma!).

mercoledì 13 marzo 2013

Papa Francesco


A caldo. Alcune emozioni sulla giornata di oggi vissuta a San Pietro. Devo dire la verità: la mia costanza è stata premiata.
Ho finito di lavorare alle 16:30 e sono arrivato in Piazza San Pietro alle 17:15 con la speranza che ci fosse stata una fumata bianca intermedia. Così non è stato e mi sono beccato due ore di freddo e acqua. Le mie ossa ancora stanno dicendo parolacce a non finire ma ne è valsa la pena.
Alla fumata bianca la Piazza è esplosa in un grido di gioia e un’attesa trepidante ha invaso San Pietro. Il momento dell’”Avemus Papa” è stato emozionante. Per la prima volta in vita mia ho ascoltato dal vivo questa frase. L’affaccio del Papa e la sua benedizione. La sua semplicità nelle parole e nel mostrarsi mi hanno colpito in positivo. Il pontificato di Benedetto è finito nell’umiltà e quello di Francesco inizia seguendo la stessa scia.

martedì 12 febbraio 2013

Quando sono debole è allora che sono forte



Devo ammetterlo. Anche io ieri mattina, quando mi è arrivata la notizia della rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino, sono rimasto di sasso. Sarò un po’ duro ma mi sono sentito abbandonato. Sono legato a questo papa in modo molto particolare, sono cresciuto nella fede sotto il suo pontificato. Questa è diventata matura in questi ultimi otto anni e in quest’arco di tempo ho capito la mia vocazione cristiana. Mi ero legato alla persona del papa in modo particolare. Il suo richiamo ad una fede coerente e concreta per contrastare un relativismo imperante anche tra noi cattolici è diventato, per me, motivo di una seria riflessione. La sua chiarezza nello spiegare i contenuti della nostra fede è stata strumento di crescita personale che, come dice p. Maurizio Botta, mi spingono a pensare "come si fa a non amare Benedetto?"
Tuttavia, in questo stato d’animo triste, in questa situazione di spaesamento, si è accesa una scintilla. Un guizzo improvviso mi ha fatto capire la reale portata di questo evento. Quindi mi sono chiesto “Cosa significano per me le ‘dimissioni’ (che brutta parola) di Benedetto XVI?”. Lascio stare tutti quelli che lo criticano per “non aver saputo portare la sua croce” come ha fatto il Beato Giovanni Paolo II (che poi, in genere, sono gli stessi che dicevano che il papa polacco doveva dimettersi per il suo stato di salute) e cerco di trovare una motivazione altra (e alta) a questo gesto.