lunedì 19 giugno 2017

Cantico della modernità

Altissimo, Onnipotente e Buon Signore
Tue son le lodi, la gloria e ogni benedizione
solo a te si addicono e nessun uomo è degno di nominarti.

Lodato sii, mio Signore, per fratello Intelletto
che, Tuo dono di crescita,
indica all'umana creatura la strada da percorrere.

Lodato sii, mio Signore, per sorella Tecnologia
con la quale hai innovato il mondo.

Lodato sii, mio Signore, per fratello Trasporto:
veloce sempre più rende le distanze brevi;
rende gli uomini più vicini.

Lodato sii, mio Signore, per sorella Medicina
che, se con coscienza interpellata,
benefici al corpo e allo spirito porta.

giovedì 15 giugno 2017

Da lagna a lode

Mi è sempre piaciuto pensare (in realtà pensavo fosse così) che san Francesco, il poverello di Assisi, avesse scritto il Cantico delle creature preso da un'estasi naturalistica e spinto da una gioia innata. Ho scoperto che non è così.
Nel 1224, Francesco soggiornò per cinquanta giorni al convento di San Damiano. È in quei giorni che ha composto il famoso inno in lingua volgare. Tuttavia, i motivi che lo spinsero a scrivere non erano dei più gioiosi. Il santo assisano, infatti, non godeva di buona salute, aveva un dolore agli occhi, gli davano fastidio sia il sole di giorno che il fuoco di notte. Il dolore era così forte che, dal bruciore, quasi non riusciva a dormire di notte e, quando ci riusciva, i topi della sua cella gli facevano compagnia rendendo l'addormentamento molto difficoltoso. Fu in queste condizioni che scrisse questo bellissimo inno di lode a Dio.

venerdì 9 giugno 2017

Il cammino della vita

La settimana scorsa, con mia moglie a altri nostri amici, siamo andati a fare una passeggiata in montagna. Abbiamo seguito un percorso (che si è mostrato impervio e difficile) segnato su una mappa trovata in internet e questa passeggiata mi ha insegnato due cose.
La prima lezione è stata: non fidarsi mai di internet. La seconda cosa che mi ha insegnato questa passeggiata "defaticante" è stata una lezione di vita che mi è stata impartita quando il sentiero era diventato impervio, quando per ridiscendere a valle abbiamo dovuto percorrere una criniera di montagna ricca di sassi (ma dalla quale si vedere un panorama mozzafiato), quando la fatica iniziava a farsi sentire, quando le ginocchia tremavano ad ogni passo e quando il sudore la faceva da padrona (camminavamo sotto il sole). Quando accadevano tutte queste cose la tentazione di arrendermi era forte ma non potevo farlo: indietro non si poteva tornare, bisognava per forza proseguire, andare diritti per la strada segnata dalla mappa con coraggio e determinazione.

giovedì 1 giugno 2017

Liberi di crescere

Quando penso di averle viste tutte, accade sempre qualcosa che mi fa ricredere e mi fa pensare che, forse, veramente al peggio non c'è mai limite. Io ho visto cose che voi mortali non potete immaginare. Ho visto ragazzi che al colloquio per il servizio civile sono stati accompagnati dai genitori (o dai nonni); ho visto ragazzi che, ormai non più adolescenti, non sanno prendere un treno, una metro o un autobus; ho visto ragazzi che, quando possibile, declinano ogni responsabilità ad un mondo degli adulti nel quale, a breve, entreranno a farvi parte.

La responsabilità, è questo che noi adulti non insegniamo ai giovani: la bellezza di fare le cose con passione, con dedizione e con responsabilità. La colpa è nostra, basti pensare a tutti quelli che storcono il naso quando faccio notare che quelli della mia età (ne compio 35 ad ottobre) non possono essere definiti giovani ma adulti; a tutti gli adulti che non crescono, che pensano che tutto sia un diritto (avere figli, sposarsi, morire). Abbiamo ammazzato la nostra società (o la stiamo uccidendo lentamente) e poi ci lamentiamo se i nostri giovani non riescono a camminare da soli.